Lo sapevate che in un soffitto affrescato di Palazzo Chigi è raffigurato un cherubino che suona il tamburo?
E che il celebre ritmo senese “brennanà” è stato scritto nientedimeno che dal grande compositore Beethoven?
Il Progetto Barbarossa della scuola elementare di San Quirico va avanti. E noi, convinti sostenitori di questa interessante iniziativa scolastica, ideato e portata avanti dalle maestre Ezia e Maria, continuiamo a dare il nostro contributo.
Dopo la lezione del nostro priore Idria Buoni sulla cucina medievale (LEGGI), questa volta Canneti chiamati per parlare del tamburo, agli alunni della classe quinta.
Stavolta abbiamo mandato il nostro vicecapitano Lorenzo Benocci, tamburino da metà anni ’80 e vincitore di sette edizioni della Festa del Barbarossa (1986-91-92-94-96-97-98).
Come sarà andata?
“Intanto mi sono divertito, che non avete idea. Sono state due ore intense e molto belle – racconta il vicecapitano -, i ragazzi mi sono sembrati davvero interessati a conoscere proprio tutto del tamburo, in particolare come è realizzato, dalle pelli alle corde, alle decorazioni ai dettagli artistici. Mi hanno subissato di domande, incredibili. Molto bravi ed attenti.
E poi lo abbiamo suonato. Sì, perché quando ho fatto la domanda….’c’è qualcuno che lo vuole provare?’…si sono alzate tutte le mani, e così, insieme, abbiamo suonato lo storico tamburo dei Canneti del 1996 in classe. Davvero una bella esperienza. Ancora complimenti alle maestre per questo progetto dedicato alla storia della nostra Festa del Barbarossa: un progetto (da replicare, anche alle medie) che rappresenta un seme, che grazie all’entusiasmo di questi ragazzi potrà solo crescere e rafforzare il legame identitario della comunità sanquirichese. Fare cultura significa, parlare della nostra storia, significa investire sul futuro, anche sociale, ed in questa epoca particolare e di sicuro non facile, amare e dedicarsi al proprio quartiere, può essere una buonissima idea” ha concluso Lorenzo.
Il tamburo va a scuola
E’ stato un viaggio all’interno della storia del tamburo e alla conoscenza di uno strumento bellissimo e soprattutto di una figura centrale del corteo del Quartiere: una sbandierata senza tamburino? Non può esistere. Il tamburo è l’anima ed il cuore del Quartiere, è il suono di un popolo.
Riproponiamo una breve sintesi. Intanto è stato definito cos’è il tamburo, e il ruolo che ha avuto all’interno della storia. Lo troviamo già nell’età del bronzo, e poi i tamburi di Dong Son (nella foto accanto), espressione artistica dell’omonima cultura – tanto che fu chiamata “Cultura dei tamburi di bronzo, -artefatti che denotano una grandissima manualità nella lavorazione dei metalli.
Dai greci, che avevano importato il “tambur” dai persiani, fino al tympanum dell’antica Roma. Sempre presente nella storia, il tamburo, e presente ad ogni latitudine, nel passato come oggi.
Centrale nel Medioevo e nei secoli successivi. E’ stata ricordata la figura di Cerreto Ceccolini, tamburino e banditore, nei giorni della battaglia di Montaperti, che il 4 settembre 1260 giorno della vittoria di Siena sulla nemica Firenze, annunciò al popolo senese, il glorioso epilogo della Repubblica, da palazzo Marescotti (oggi palazzo Chigi), con una bella rullata di tamburo.
Dal XVI secolo l’uso del tamburo divenne fondamentale in campo militare, come istruzione sonora per le manovre dei reparti e per la cadenza del passo di marcia degli eserciti. Nasce il tamburo napoleonico.
François Bouchot nel suo Le Tambour blessé – 1836, olio su tela, Museo del Louvre, Parigi – eleva il tamburino quasi a personaggio della mitologia classica, fornendo al ragazzo l’espressione di un Endimione, colto nel suo sonno perenne.
Il tamburo nel Palio, figura centrale e insostituibile: con la curiosità del “Brennanà a vittoria” che è stato scritto da L.V. Beethoven nel 1813 nell’opera la Vittoria di Wellington, suonato nel Palio dal 1839. (Link dal minuto 1 e 20 https://www.youtube.com/watch?v=R_ibES7i-HU – splendida versione della Berlin Philharmonic Orchestra diretta da Herbert von Karajan ).
Non è mancato un ricordo di Antonio Arrighi, tredicenne di Barga (Lucca) che partì insieme ai Mille per fare il tamburino di Garibaldi. Nella cittadina della Garfagnana una lapide lo ricorda.
E poi i tamburi di tutti i tipi che oggi su utilizzano nel mondo, suonati con bacchette, con mazze e con le mani, in cerimonie militari, religiosi, fino a grandi eventi popolari come i tamburini del carnevale di Rio de Janeiro.
Non è mancato il racconto attraverso i decenni della Festa del Barbarossa, come sono cambiati i tamburi, dal 1962 in poi. La svolta è arrivata nel 1996 con il primo tamburo artigianale, che possiamo definire “da Palio” portato in giardino dai Canneti. E poi qualche anno dopo, un tamburo sempre artigianale, ma decorato da un’artista, per un grande oggetto d’arte di grande bellezza. Presenti in classe, oltre al tamburo 1996, il tamburo artistico realizzato nel 2002 dall’artista e storica dell’arte senese Rita Petti.
Si può leggere la nostra sezione dedicata ai tamburi: a questo LINK
Infine si è parlato del ruolo del tamburino, figura carismatica, estrosa e talvolta eccentrica; figura che al Barbarossa è da solo e suona sempre, ed il suo suono rappresenta tutto il Quartiere.
Le slide utilizzate durante l’incontro, di proprietà del Quartiere di Canneti, saranno messe a disposizione delle maestre della classe quinta, per utilizzo progetto Festa del Barbarossa.
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