Le bandiere

La storia della bandiera del Quartiere di Canneti, come è stata nei colori, nei disegni e nell’araldica. Da 1962.

Prima bandiera 1962 – La prima volta non si scorda mai

Numero vittorie Alfieri: 3 (1964-1967-1975)

La prima bandiera dei Canneti nasce nel 1962 con la nascita della Festa del Barbarossa e del Quartiere di Canneti. L’esordio è il 27 maggio 1962, ma come è noto nelle prime due edizioni non c’era la gara degli Alfieri e viene utilizzata soltanto per il corteo storico.

La prima bandiera del 1962

La prima bandiera del nostro rione aveva i colori bianco e blu: triangoli blu che partivano dal lato dell’asta in legno e che andavano ad incrociarsi con altrettanti triangoli bianchi. Al centro della bandiera era già presente lo stemma del Drago color oro, presente anche nel tamburo e nell’abito del Paggio. Le bandiere venivano cucite a mano dalle donne dei Canneti.

La bandiera del 1963 in corteo

L’anno successivo, nel 1963, il Drago fu inserito in uno stemma a scudo cucito al centro della bandiera.

Questa è stata anche la bandiera della prima vittoria in assoluto di una gara di bandiere in Italia e nel mondo, visto che la prima gara fra alfieri si è svolta a San Quirico d’Orcia, in occasione della terza edizione della Festa del Barbarossa, domenica 7 giugno 1964. Vinsero i Canneti.

Nel corso degli anni (Settanta) la tonalità del blu diventa meno scura e si passa ad un azzurro più tenue.

Barbarossa 1981

Seconda bandiera 1977 – Il Drago capovolto porta bene

Numero vittorie Alfieri: 1 (1977)

La bandiera che fece il suo esordio nel 1977 (edizione del primo Cappotto biancazzurro), fu disegnata dall’alfiere Duccio Papini. Un panno per lo più bianco con un cerchio bianco al centro e quattro triangoli azzurri che partivano dal centro per andare con la punta verso i quattro lati della bandiera. Nel cerchio centrale è presente il Drago rampante color oro, che, in questa occasione fu dipinto a mano da Marisella Zamperini, fra l’altro la dama di quel Barbarossa. La curiosità: il Drago molto bello e curato, venne però disegnato capovolto, ma quello che poteva sembrare un errore portò al primo Cappotto della nostra storia, quindi un segno beneaugurante e inaspettato. Per questo anche negli anni successivi la bandiera dei Canneti presentava il Drago capovolto ma, purtroppo, non arrivarono altre vittorie.

Terza bandiera 1982 – Nascono le onde

Numero vittorie Alfieri: 16 (1983-1986-1991-1992-1994-1996-1997-1998-2002-2004-2009-2010-2012-2014-2015-2018)

I Canneti del Barbarossa 1982 con le bandiere con le onde

L’inverno a cavallo fra il 1981 ed il 1982, fu un periodo di grande rinnovamento. Fra le attività decise dalla dirigenza di allora, quella di rivedere il disegno delle bandiere, con il principale obiettivo di dare più colore azzurro alla bandiera precedente. Il nuovo Capitano era Fausto Morelli e vice capitano Paolo Saletti. Proprio quest’ultimo si prese l’impegno di realizzare un bozzetto del tutto nuovo per le bandiere (ma anche per i costumi). La scelta cadde sull’introduzione delle ‘onde’ e del terzo colore, infatti oltre al bianco e l’azzurro entrò il blu nella bandiera dei Canneti.

La sbandierata del 1983

Il motivo ispiratore era creare un’alternanza delle onde, sempre stilizzate ma molto rotondeggianti, come se si vedessero in uno specchio d’acqua, e la novità fu – come ricordato – una seconda tonalità del colore (oltre al bianco) alternando queste coppie di onde diverse e rendendo il bianco come un immaginario piano di appoggio. Il tutto in diagonale per un migliore effetto della bandiera in movimento. Nell’angolo della bandiera fu adattato il Drago rampante color oro già presente nella bandiera precedente. In quell’anno e per tutti gli anni Ottanta, le bandiere dei Canneti furono dipinte a mano (mentre altri Quartieri avevano già le bandiere stampate, sia da gara che da esterno) con colori da stoffa su raso piuma (pesantissime da utilizzare ma di estrema eleganza) e successivamente con pennarelli più leggeri ma comunque adatti alla stoffa. Dagli inizi degli anni Novanta si hanno le bandiere stampate.

Splendido e blu e azzurro nell’Anfiteatro romano di Sutri nel 1999

Il primo Barbarossa con le nuove bandiere. Nonostante un grande impegno delle ragazze di allora, si riuscì a dipingere solo quattro panni che poi erano quelle indispensabili. Ma durante la sbandierata in giardino, con la coppia Duccio Papini e Francesco Papini si ruppe un’asta e la nostra esibizione proseguì con una bandiera dell’anno precedente.

Per i 150 anni dell’Unità d’Italia

La bandiera nata nel 1982 ha avuto tonalità differenti di blu ed azzurro nel corso degli anni. Negli anni Ottanta e Novanta il blu si presentava più scuro e l’azzurro più opaco che uno stacco evidente con l’altra tonalità. Negli anni Duemila pur restando evidente lo stacco fra i due colori, il blu si presentava più brillante. Nel secondo decennio degli anni Duemila, si sono avute bandiere con meno differenza di tonalità fra il blu e l’azzurro. Anche il Drago ha subito delle lievi modifiche nel corso degli anni: pur restando sempre stilizzato, ha avuto dimensioni differenti e tonalità di oro talvolta tendente al Terra di Siena, talvolta ad un giallo caldo.

Nel 2011 in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, è stata realizzata in occasione de Il Bianco e l’Azzurro una bandiera speciale con un tricolore all’altezza della seconda serie di onde azzurre partendo dall’alto, in cui nella parte verde la scritta “150 Anni Unità d’Italia” e nella parte rossa “X edizione Il Bianco e l’Azzurro”.

NUOVE BANDIERE 2019 –

a cura di Rita Petti – storica dell’Arte, pittrice-scultrice, illustratrice

L’araldica delle contrade è un’araldica particolare, il sistema emblematico adottato non può essere propriamente definito tale se non considerandolo una versione specifica di tale comunicazione oggettiva e univoca, tanto per i quartieri di San Quirico che per le contrade di Siena. È una versione in cui compaiono delle soggettività interpretative, come il “tono” cromatico opposto alla simbologia concettuale di smalti e metalli.
Il linguaggio di questa araldica, pur se animato da una forte pretesa di ortodossia, è fluido rispetto alla fissità che ne caratterizza la grammatica, e specchio di un immaginario collettivo che si è consolidato negli anni unendo alla storia e ai documenti interpretazioni, suggestioni e desideri.

Le abitudini e la ritualità dell’apparire sono cresciute in un substrato storico, rievocandolo e idealizzandolo, plasmandolo per rafforzare l’identità nel presente creando autoritratti collettivi, icone di sintesi tra specchio e immagine ideale, tra realtà e aspirazione.

Trova in questo contesto piena legittimità la scelta operata dal Professor Orfeo Sorbellini nel 1962 quando attribuì a Canneti come animale emblematico un chimerico drago-leone, il dragone, posto in un campo d’argento/bianco (intercambiabili metallo/smalto) prima fiammato-cuneato d’azzurro e poi, nel 1982, alle bande ondate “a monticini” (citando una soluzione estetica di particolare efficacia e diffusione elaborata per la Contrada dell’Istrice a Siena da Viligiardi intorno al 1928) sfumate in due toni d’azzurro per evocare la natura acquitrinosa del territorio del quartiere. Il colore concettuale, lo smalto araldico, da astratto e univoco diviene “unico”, particolare e contraddistintivo, esclusivo in questo caso per la declinazione in due diverse tonalità che rompono la staticità e la bidimensionalità dell’insieme emblematico della bandiera per conferirle movimento e profondità.
La disciplina araldica non contempla tra le sue figure un drago come quello di Canneti, lo annovererebbe tra le varie tipologie di leone (rampante, marinato…), ma questa figura chimerica diviene proprio per questo ancora più rappresentativa ed esclusiva, autentica anche se non ortodossa. Una figura araldica ibrida, un drago-leone dal manto irsuto e lanceolato, veemente e animoso con ciuffi come squame, rievocanti l’espressiva criniera della Chimera etrusca, è il dragone (neologismo araldico con cui potremo d’ora in poi identificare in modo esclusivo
l’animale emblematico di Canneti) d’oro (metallo, o di giallo nella trasposizione equivalente in smalto) lampassato (ignivoro o linguato) e armato di rosso, indomabile, forte e coraggioso, fedele e vigile custode.
Le due nuove bandiere di Canneti sono frutto di una rilettura della tradizione attraverso un’ottimizzazione del disegno e una riorganizzazione compositiva nel rispetto della grammatica araldica.

BANDIERA 2019 – La prima bandiera, (d’argento al dragone d’oro posto in punta accompagnato dalle due bande ondate a monticini d’azzurro e di blu), è composta privilegiando la resa in movimento nel gioco di
bandiera degli alfieri, nel dinamismo di lavoro consente di vedere l’animale emblematico nelle varie figure della sbandierata costruendo con il motivo a monticini una suggestiva scia dinamica di linee andamentali. Le modifiche si sono concentrate sull’emblema per un risultato molto fedele alla bandiera in uso sino al 2018.

BANDIERA ARALDICA – La seconda bandiera, (sul campo d’azzurro fasciato ondato a monticini blu, al dragone d’oro, lampassato e armato di rosso, addestrato d’argento caricato in capo dagli stemmi di Siena e S.
Quirico posti in fascia e dal motto UNUS SED DRACO di blu posto in palo montante), è composta
esaltando l’araldica identificativa, unendo l’efficacia funzionale al lavoro degli alfieri alla forza
iconica di un vessillo di rappresentanza.

 

Bandiera da esterno

Le bandiere da esterno che colorano di bianco e di azzurro le strade e le vie del Quartiere nel periodo del Barbarossa, partendo dall’ingresso di Porta Nuova, sono state introdotte fin dal 1962. Dalla prima edizione fino al 1982 la bandiera con cui si addobbava il Quartiere era un drappo bianco (sopra) e blu (sotto), modello Balzana, ed erano attaccate a fili di ferro attraverso la strada.

Dal 1983 fino al 1991, la bandiera è composta da due quadrati blu e due quadrati bianchi alternati a scacchiera e con asta nei muri e lampioni delle strade del Quartiere.

Dal 1992 sventola festante la bandiera ‘classica’ stampata con le onde bianco, azzurre e blu ed il Drago color oro, ovvero il modello introdotto nel 1982.

Le nostre bandiere (vittoriose) durante il Barbarossa 1996