Il trabucco

Il Trabucco dei Canneti

Il trabucco era una macchina d’assedio usata sin dai primi secoli dell’alto Medioevo, con la funzione di scagliare proiettili di grandi dimensioni (massi, otri incendiate) contro le fortezze e le città assediate. Il suo funzionamento è molto semplice: per mezzo di un contrappeso si provoca l’innalzamento del braccio mobile che a sua volta causa una rotazione del proiettile che si sgancia – da una rete in canapa – dopo aver percorso una semicirconferenza. Unica macchina di invenzione medievale e non di derivazione romana, aveva delle dimensioni colossali e necessitava di una squadra di anche 50 artiglieri.

 

Lavori in corso

Opera mastodontica Questa riproduzione realizzata nel 2003 dagli artigiani del Quartiere di Canneti, misura 8,60 metri di altezza per 6 di lunghezza ed ha un peso di 27 quintali a cui si aggiunge un contrappeso variabile dai 18 ai 30 quintali a seconda del proiettile utilizzato. Al momento delle prove sul campo ha realizzato lanci di circa 200 metri con un proiettile di 20 kg ed è tuttora perfettamente funzionante.

Impresa realizzata L’idea di costruire un trabucco è nata quasi per scommessa fra alcuni cannetini nei primi anni Duemila. E così, per prima cosa sono stati realizzati dei prototipi, modellini in legno comunque funzionanti che hanno fatto però capire che realizzare un trabucco vero sarebbe stato possibile.

Turisti fotografati al Trabucco

E poi con un progetto in mano e calcoli millimetrici è partita l’avventura. Giganteschi tronchi di legno provenienti da Vivo d’Orcia, e l’allestimento di un quartier generale alle porte di San Quirico, dove è iniziata la costruzione vera e propria del trabucco dei Canneti. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, il progetto ha preso forma. Una costruzione che ci ha visto impegnati ogni pomeriggio dopo il lavoro e nel weekend, un duro lavoro ma anche tanta soddisfazione nel vedere che l’opera prendeva forma.

Momenti anche di grande socialità, come lo sono tutti quelli quando si riesce a costruire qualcosa di bello e di positivo tutti insieme. Un grande ringraziamento va a Egisto Bertoncini, l’ultimo funaio rimasto (che può anche vantare di aver realizzato, in passato, il canapo del Palio di Siena) che ha costruito per i Canneti, le funi fatte a mano come si facevano una volta, con grande maestria ed esperienza.

Attrazione turistica E poi il trabucco è arrivato a Porta Nuova, con grande stupore della popolazione e dei turisti. In poco tempo è diventato un “monumento” da vedere, da fotografare e da ammirare. Insomma, il turista che viene a San Quirico non immortala solo la Collegiata e gli Horti Leonini, ma anche l’imponente trabucco cannetino, ormai un elemento architettonico che svetta da Piazza della Libertà, pronto a dare il benvenuto a chi entra e a chi esce.