Il cerchio si è chiuso. Due date che oggi, unite, hanno un senso. 5 settembre 2010 e 18 giugno 2023. Alle 19.32 di domenica, l’annuncio del Mastro di Piazza: Prato 23, Canneti 24.
E’ la 32esima vittoria al Barbarossa dei Canneti, che ci riporta in testa all’Albo d’Oro, seppur in coabitazione con il Castello.
Una storia iniziata 13 anni fa, con il Barbarossa rinviato alla prima domenica di settembre. Sbandierano Fabio Generali, già plurivittorioso, e un giovane dal fisico possente, un terminator dal cuore grande, un cittone di 18 anni che lancia le bandiere ad altezze siderali senza mostrare fatica. Vince subito, insieme a Fabio, e con il supporto degli alfieri di sostegno Nicola Dinetti e Alessandro Martellini (vittoriosi insieme l’anno prima). Poi si ripete due anni dopo (2012), stavolta in coppia con il Martellini (Dinetti e Generali di supporto), e, due anni dopo ancora (2014) – in tempi di cambiamenti al regolamento della sbandierata – stavolta con William Marchitti, Lapo Giannelli e Alessio Ravagni. Il tamburino è sempre Francesco Dinetti.
Potenza, tecnica, determinazione, classe: con le bandiere dava sicurezza ai suoi e intimoriva gli altri.
Poi una pausa, quindi il cambio. Diventa un arciere. Si applica, si allena, con costanza e voglia di farcela. Fino al momento in cui si è compiuta la metamorfosi: l’alfiere è diventato arciere.
Tre partecipazioni, ed una vittoria praticamente sfiorata, ma sfumata. Fino a domenica 18 giugno. Una data importante per la storia dei Canneti: il 18 giugno 1972 Giovanni Ruspolini vince la gara del tiro con l’arco, con una prova di nervi, fino all’ultima freccia. Il 18 giugno 1995 Andrea Dinetti e Gianluca Mazzantini ripetono il successo dell’anno prima e spazzano via la concorrenza. Quella fu la 18esima vittoria dei Canneti: 9 Bandiere e 9 Archi, assoluta parità, per l’ultima volta. E poi il 18 giugno 2017, arriva la 30esima, grazie ad un indimenticabile Blitz firmato da Andrea Caselli.
Barbarossa 2023, è ancora 18 giugno. La gara è incerta, combattuta. Al primo turno ci sono già due 25. Tanti esordienti, fra cui il nostro Maryus Cretu, anche lui un ex alfiere vittorioso.
Il percorso inizia con un 24 (contro 22), stesso punteggio in semifinale (24 a 22). Si arriva alla finale: l’arciere del Prato è forte e determinato, lo dimostra subito iniziando con un 25 e poi, in semifinale, sconfiggendo il nostro Cretu dopo uno spareggio. Ma il 24 del nostro arciere si ripeta anche in finale e non basta il 23 del rappresentante di Piazza Tonda. La Brocca degli Arcieri la alzano al cielo quelle mani forti e sicure, le stesse che alzarono le brocche delle bandiere tredici, undici e nove anni fa.
Allora era un ragazzone riservato e affabile, leale, determinato e concentrato, dedito al sacrificio per raggiungere un grande obiettivo. Oggi tredici anni dopo non ha perso di una virgola quelle che sono le sue caratteristiche; oggi è un giovane uomo, ed è andato sul palchetto dei centri non con la Brocca appena vinta, ma con il suo piccolo Matteo in braccio e gli occhi lucidi, non solo i suoi. Bellissimi.
Il suo nome è Constantin Dragusanu, il primo nella storia della Festa del Barbarossa a vincere come alfiere e come arciere. In molti ci avevano provato, ma nessuno ci era mai riuscito. Poi è arrivato Constantin.
Nel 106 d.c. il seppur valoroso Decebalo, ultimo sovrano di Dacia, descritto come un abilissimo capo militare si dovette arrendere a Traiano, tanto da finire nella Colonna Traiana in bassorilievo. Oggi il nostro Constantin è diventato Re, non si è arreso di fronte ad i Traiano di turno, riuscendo in un’impresa storica, ed il suo nome entra di diritto nella leggenda del Barbarossa.
BRAVO COSTA!
Ma non solo. Grazie a chi lo ha allenato, ed al settore degli arcieri dei Canneti. La vittoria di Costa è una grande soddisfazione per tutto il Quartiere, per il Capitano Tommaso Ciolfi – 8va vittoria per lui – per Andrea Dinetti, per Andrea Ciolfi che lo ha accompagnato sul palchetto e per Andrea Caselli. Un vuoto lungo, troppo lungo, fra colpe e mancanze, aveva riempito il nostro albo d’oro. Da quel 9 pari, fatto di vittorie identiche per ogni decennio, qualcosa era cambiato. Ne abbiamo vinta una nel 2004 (con Andrea Caselli) e più niente fino al 2016 compreso. E poi ancora il Caselli nel 2017 e Dragusanu adesso, 2 delle ultime 5. Fare i Canneti nelle due sfide è l’obiettivo di sempre, si può vincere come si può perdere lo sappiamo, l’importante è rispettare sempre i nostri colori, il nostro Dragone e la Festa del Barbarossa. Unus sed Draco