Ci risiamo. E’ di nuovo tempo di Barbarossa. Nemmeno un attimo per rifiatare dopo le fatiche, ma soprattutto le soddisfazioni, per un sedicesimo Il Bianco e l’Azzurro da ricordare come uno dei più belli, che dobbiamo già tuffarsi nel clima rovente, non solo dal punto di vista meteorologico, del Barbarossa. L’anno scorso rinvio di una settimana per pioggia (con temperature novembrine); quest’anno ci aspetta un caldo tropicale.
Allora si parte. Domani mercoledì 14 giugno (IL PROGRAMMA COMPLETO), con la presentazione delle Brocche realizzate dallo scultore senese Andrea Fagioli, che si preannunciano davvero molto belle, un’opera d’arte che andrà ad impreziosire la sede di chi le vincerà. E poi sempre domani è tempo di svelare il vincitore dell’Orfeo 2016, il premio dell’Eab per il miglior corteo storico dell’ultima edizione, intitolato, ovviamente a Orfeo Sorbellini, padre della festa. E qui c’è già un Quartiere superfavorito, considerato quanto abbiamo visto nella passata edizione e condizionati anche dal giudizio dell’Orfeo 2015. Non si dovrebbe scappare dal ‘popolo’ interpretato dal Prato, sia perché il ruolo del Popolo ha oggettivamente più chances di mettersi in mostra e di attivare la fantasia interpretativa; sia perché i prataioli dell’allora capitano Manuela Ciolfi, dodici mesi fa misero in scena un gruppo nutrito di tutte le età e con un abbigliamento mediamente consono all’occasione con una buona interpretazione. Per cui non dovrebbero esserci dubbi, e se così sarà non resterà che congratularsi con loro.
Ceri e gareggianti Giovedì è poi la serata del corteo dei ceri con la presentazione e benedizioni dei gareggianti. C’è attesa anche in questo caso per conoscere le liste ufficiali dei Quartieri, anche se, in linea di massima il quadro appare definito, seppur con qualche sorpresa rispetto ai mesi precedenti.
Gare di domenica I favori del pronostico inutile negarlo non ci vedono davanti a tutti, nelle bandiere come negli archi. Nella prima contesa, come ci accade da diversi anni, avremo un quartetto nuovo rispetto all’anno precedente. I nostri 4 più il tamburino saranno altamente competetivi e spettacolari, ma non sempre questo basta, se ci ricordiamo il 2016, quando anche il sorteggio volle mettersi in mezzo. Quest’anno sarà un ‘quartetto’ e non coppia perché dal 2017 si sbandiera in 4 con 4 bandiere, novità assoluta per la storia della Festa. Quattro alfieri ognuno con le stesse identiche possibilità, una sorta di anno zero per questa contesa. Il Prato campione in carica vuole riconfermarsi, aggiungendo un bel po’ di esperienza ad un terzetto già vincente. Per cui sia noi che i rioni del centro storico dovranno fare miracoli per sovvertire il pronostico. Ma non sarà affatto facile per nessuno. Ci crede anche il Borgo, e non è la prima volta, ma questa volta assicurano da Sante Marie, non manca niente per interrompere il digiuno che dura dal 1980. Mentre sembra ancora più chiuso il pronostico negli Arcieri. Qui i bianconeri vincono da sei anni di fila e non ci risulta che abbiano nessuna intenzione di fermarsi, visto anche il potenziale che metteranno sul palchetto. L’anno scorso fece bene il Prato, vero; ma fra il fare bene e scendere gli scalini con la Brocca c’è un oceano atlantico di mezzo. E poi c’è proprio il borgaiolo Burattelli un anno fa estromesso dal Prato che aspetta solo la rivincita, con l’avida fame del pluricampione. Per cui le possibilità di ribaltare il pronostico degli Arcieri sono davvero ridotte al lumicino per tutti. E noi dei Canneti? Non la vinciamo dal 2004, un’era geologica, inutile girarci intorno. Anche questa volta faremo il possibile e prima o poi, ci auguriamo molto presto, succederà.