Il Bianco e l’Azzurro, la festa medievale del Quartiere di Canneti, è stato recensito nel progetto di ricerca “Rievocare il passato” del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dellUniversità di Pisa.

Insieme alla festa biancazzurra di San Quirico d’Orcia, tante altre manifestazioni catalogate dall’Ateneo pisano (140 in totale) che rendono viva ed unica la tradizione toscana delle rievocazioni storiche (fra queste anche la Festa del Barbarossa) fra cui la Giostra del Saracino ad Arezzo, Volterra Ad 1398, le Ferie delle Messi a San Gimignano, il Gioco del Ponte a Pisa, il Calcio storico fiorentino, fino, ovviamente al Palio di Siena.

«E’ stato un riconoscimento inaspettato ma che abbiamo accolto con grande soddisfazione – commenta Tommaso Ciolfi, capitano dei Canneti -, evidentemente in questi ultimi anni abbiamo lavorato nella giusta direzione, dando vita nel 2002 ad una manifestazione che non fosse la solita ‘festa’ del Quartiere ma un vero e proprio evento per San Quirico e per tutta la Val d’Orcia e questo è stato notato e riconosciuto anche all’esterno. Come Barbarossa ci rifacciamo al Medioevo e così abbiamo impostato fin dall’inizio Il Bianco e l’Azzurro dedicandolo a l’epoca a cui ci riferiamo. Dopo la costruzione del Trabucco nel 2003, abbiamo ricreato una cena medievale con piatti dell’epoca; quindi con la Lega Arcieri Medievali – di cui siamo i co-fondatori – abbiamo organizzato gare valevoli per il campionato italiano e raduni nazionali portando a San Quirico diverse centinaia di persone ogni anno; e quindi tutti i gruppi biancazzurri dalla Toscana e dal resto d’Italia, le conferenze con professori universitari, scrittori e storici per parlare di Medioevo in tutte le sfaccettature. Questa è in sintesi la nostra festa – conclude Ciolfi -; essere stati inclusi nell’Atlante è motivo di orgoglio ed un punto di partenza verso le prossime edizioni in cui vogliamo continuare a crescere».

Il Bianco e l’Azzurro è stato catalogato oltre che nelle manifestazioni della provincia di Siena, anche fra quelle che come periodo di riferimento si rifanno alla storia medievale.

RIEVOCARE IL PASSATO – Cortei in costume, giostre, gare con l’arco e disfide di balestra, palii, ricostruzioni di ambiente e di mestieri, mangiafuoco e falconieri, performance teatrali che indossano i panni della ricostruzione testimoniale e viceversa, feste e festival dedicati a uno o più periodi storici: cosa hanno in comune tutte queste realtà? Sono forme culturali che riflettono un certo modo di raccontare la storia nel presente – sottolinea l’Università di Pisa – , un modo che passa per i corpi, le esperienze di gruppi, i sentimenti, le pratiche collettive radicate in determinati contesti locali. Queste forme sono in crescita, si moltiplicano sul territorio regionale, nazionale ed europeo, si estendono nello spazio, si connettono a forme e pratiche già esistenti, traggono ispirazione da un immaginario storico e storiografico fortemente mediatizzato, dai film, dalle fiction e anche dai documentari divulgativi. Esse mostrano il potere attrattivo di un certo modo di esibire e trasmettere la storia, forse poco ortodosso, ma certamente non inedito.

I CRITERI DI SELEZIONE – Nel censire le rievocazioni presenti nell’area regionale non sono stati usati criteri esclusivi ma inclusivi. Sono state indicizzate tutte le manifestazioni di cui l’archivio virtuale avesse memoria, quelle durate una sola edizione, quelle interrotte, quelle riprese; manifestazioni che prevedessero o avessero previsto la presenza di almeno un elemento del linguaggio rievocativo, quello più banale, ovvero la vestizione ed esibizione di un gruppo in abito storico, prodotto e rifinito ispirandosi a testi accademici e non, a fonti documentarie e anche iconografiche.

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