La vittoria ’72 di Giovanni Ruspolini

Il 18 giugno 2022, il sabato del Barbarossa, proprio a 50 anni di distanza da quella meravigliosa vittoria, abbiamo ricevuto uno splendido ricordo da Giovanni Ruspolini, arciere cannetino, vincitore della Festa del Barbarossa del 18 giugno 1972. Ruspolini trionfò dopo alcuni anni di digiuno biancazzurro, e portò a Porta Nuova la quinta Brocca dei Canneti, dell’allora Capitano Giulio Morelli. 

1972 – 2022 Ricordo della mia prima e unica vittoria da arciere – di Giovanni Ruspolini

50 anni sono trascorsi da quel 18 Giugno 1972 ed io appena diciasettenne mi apprestavo ad affrontare un impegno importante, quello di essere l’arciere della mia contrada di appartenenza con la consapevolezza di non avere il pronostico a mio favore per la vittoria. Venivamo da un periodo abbastanza lungo e privo di soddisfazioni almeno per la gara degli archi, le uniche due vittorie risalivano al 1965 e ’66 con Carlo Casini. Negli anni precedenti al 1972 avevamo dovuto subire una supremazia del Castello che aveva vinto molto sia nella gara di tiro con l’arco che nelle bandiere , tanto da essersi attirata le antipatie di tutte le altre contrade. In quegli anni, il tiro con l’arco era considerata, a torto, la gara regina ed a conferma di questo anche fra le brocche in palio, quella per il tiro dell’arco era la più grande.

Giovanni Ruspolini (al centro) nel 1974

L’anno precedente la vittoria se l’era aggiudicata il Castello con entrambi gli arcieri (Enzo Maramai e Paolo Bonari) avendo eliminato tutti gli altri. Pertanto anche nel 1972 il Castello si era presentato con la stessa formazione e con il pronostico nettamente a favore. Io in coppia con Ezio Falciani, purtroppo scomparso prematuramente, rappresentavamo i colori bianco azzurri. In quegli anni tutte le contrade tiravano con un arco in metallo uguale per tutti ma siccome l’anno precedente quello dei Canneti si era spezzato e non avendolo potuto trovare in commercio uno di uguali caratteristiche, l’avevano sostituito con uno in legno di scarsa qualità, costruito con una serie di lamine malamente incollate fra di loro tanto che nella fase di maggiore trazione al momento di scoccare la freccia, queste si distaccavano fra di loro di alcuni millimetri.

Ho tutt’oggi ben presente l’evolversi della gara: tutto è iniziato come previsto ed il primo arciere bianco rosso ha eliminato tutti gli altri compreso il mio compagno Ezio Falciani. Anche la seconda sezione di tiri è iniziata allo stesso modo, solo che nello schieramento di destra oltre alla bandiera del Castello era rimasta quella bianco azzurra. E’ proseguita così la fase eliminatoria: io con il mio arco da quattro lire contro i due arcieri del Castello super favoriti, questa volta però le cose non sono andate come da pronostico e le bandiere bianco rosse si sono dovute abbassare una dopo l’altra lasciando in alto quella dei Canneti, rendendo increduli ma felici non solo i nostri contradaioli ma anche quelli delle altre contrade rivali.

Ruspolini a Il Bianco e l’Azzurro 2016 con Lorenzo Benocci e Andrea Dinetti

Sono iniziati i festeggiamenti con tanto di spumante versato dentro la brocca di peltro appena conquistata e portandomi in trionfo sono stato onorato di bere per primo ma al primo gradito sorso ho avuto una sorpresa in quanto mi sono sentito in bocca dei corpi estranei che non riuscivo a qualificarli e nell’imbarazzo della concitazione ero indeciso se far finta di niente e ingoiare il tutto oppure sputar fuori in testa a chi mi stava sotto, ho scelto la seconda opzione e solo allora mi sono accorto che quei corpi estranei erano frammenti di cartone colorato utilizzato per fare il fondo dell’anfora non essendo questa tutta interamente di metallo, fortunatamente quel cartone era di colore azzurro così l’ho potuto accettare più volentieri.

Quanto descritto è il ricordo di una giornata di gloria ma anche di tutto il periodo trascorso attivamente in contrada mi resta un gran bel ricordo e oggi pur a distanza di molti anni sento forte l’attaccamento ai colori bianco azzurri.